mercoledì 10 settembre 2014

Cronaca di un Disagio Esistenziale


Superman Banana - SeVambè, pagheranno gli italiani come al solito - carboncino su foglio bianco - in vendita


Cari lettori,
vogliamo portarvi una drammatica testimonianza di come oggi sia facile perdere i propri riferimenti esistenziali.
Questo non vuole essere un modo per trattare argomenti di facile presa emozionale, ma solo per ricordare a tutti noi che lavori alienanti, maleducazione imperante ed egoismo galoppante, il tutto condito da psicofarmaci vari, rischiano di farci smarrire il nostro vero io, cioè per quanto riguarda Te lettore, il tuo vero Tu.


Come ricevuta riportata


Una volta ero un poeta, ma di quelli con la OETA maiuscola. Scrivevo poesie che presto diventavano best seller della poesia mondiale, ma che dico mondiale anche di più.
Ma un giorno fui colto dal malessere che coglie i poeti ed in quanto io lo fui la malattia mi fu.
Fui un fui fù.
Questa malattia andò a colpirmi proprio quella parte del cervello che controlla la funzione delle rime. Da quel giorno ho difficoltà a fare le rime, mi escono male, non mi riescono, è veramente inibitorio, è come morire. Sono nell'inibitorio della rima.
Ma dicevo neanche riesco a fare rime semplici tipo quelle alla valeria rossi, le sento, le capisco ma se provo a pensarle me le dimentico. Mi escono cose strane tipo:

“Larga la foglia stretta la via
e io ti lascio questa mia firma”.

SONO ROVINATO!!!
Da tre anni sono in un centro all'avanguardia per lo studio di questo male che affligge noi poeti, ma sono un caso disperato, me lo hanno detto i medici... ma io spero sempre che un giorno, così per caso, mi esca una rima ed allora forse guarirò.
In questi giorni ho fatto qualche piccolo passo in avanti. Questa è l'ultima cosa che ho provato a scrivere.

Il mio cane abbaia Bao bao

è il suo saluto intende Ciao ciao

ma io ho un pesce

ed è un maleducato

perché da quando esce

non mi ha mai salutato.

Ora ho un criceto

ma mi è mi è morto

e non voglio più animali.

Sigh!!!!

Firmato Un Poeta Estinto





Bisogna aggiungere altro? Non ce la sentiamo.





domenica 29 giugno 2014

Mondialolimpiadi

Padre Farrel - Ho tanta gioia dentro al mio cuor - colori a cera su a4 - 2013 coll. privata

Cari amici lettori di muco filiforme in questa estate di sport, di pomeriggi mondiali, di umidità al 98% e canicola infernale, in questa estate di atletica, motori, tennis e cavalli mi sono ritrovato a pensare a quando, giovane virgulto, anche io appartenevo alla schiera degli italici atleti.
Come qualsiasi integrato bambino anni '80 ho spaziato fra gli sport più vari: Pallone (da non confondere con il calcio), bicicletta (da non confondere con il ciclismo), palestra (ad oggi non ho ancora capito cosa facessi), arti marziali varie tipo judo e semicontact e tiro con l'arco.
Fra tutti questi, quello che più di tutti mi ha segnato facendo scaturire in me il germe della follia, fu proprio il tiro con l'arco ed è giunto oggi il momento di condividere questa esperienza.
Tutto iniziò quando a scuola durante una sonnecchiosa ora di educazione fisica, il professore chiese chi volesse provare ad intraprendere la sopraccitata attività sportiva. Non so come mai, ma vincendo una riluttante diffidenza verso qualsivoglia attività extra-curriculare (come vengono oggi definite) mi proposi. Inizialmente devo dire mi sembrò abbastanza divertente, mia nonna mi fece una faretra in jeans che mi rese l'arciere più casual del mondo, non avevo pressioni ed eccetto alcune ustioni da corda sul braccio sinistro, tutto era tendenzialmente piacevole. Dopo pochi incontri, però, le regole dello sport e l'intrinseco senso dell'arco e delle frecce, fecero scaturire in me un'ansia da prestazione non indifferente. Intanto è uno sport che prevede una tranquillità, una precisione ed una mano ferma che in fase adolescenziale, per vari motivi, sono pura utopia. Inoltre si dovevano scagliare tre frecce in tre minuti, un tempo di per sé ragionevole ma che a me sembrava brevissimo, col risultato che i miei tiri avvenivano in maniera ravvicinatissima con sommo maleficio per la precisione.
Invaso da una sorta di delirio zen, ero convinto di non dover contrastare l'errore ma di assecondarlo. L'opposto assoluto al concetto di precisione sarebbe prima o poi coinciso con la cecchinità. Se errare è umano e perseverare è diabolico, sarei diventato una sorta di arciere del diavolo.
Assecondai il mio delirio fino a rimuovere il mirino per aderire alla categoria "arco nudo" dove concorrevano gli arcieri de lux, quelli bravi tipo robin hood per capirci.
Cercavo di scoprire un metodo o forse una metodologia. Tutti i discorsi tipo svuotare la mente, fissare il bersaglio, sentire l'arco come un prolungamento del proprio corpo, vedere il volo della freccia prima di averla scagliata, su di me non avevano alcun effetto. La mia mente era e continuava ad essere un guazzabuglio di pensieri: non ero Karate Kid ed il professore non era un vecchio cinese di un metro e venti che acchiappava mosche con le bacchette. Lui veniva dal villaggio Santa Rosalia. In effetti non mi risultava che via Ernesto Basile fosse famosa per i suoi arcieri.
Tutto l'esperienza assunse una dimensione paradossale, la ritualità arcieristica veniva sorpassata da una irrequietezza tipica dell'età, iniziai a notare che intorno a me c'era una perenne ricerca di materiali perfetti per migliorare la performance, mentre io avevo il portafrecce in jeans... erano di mia zia Annamaria, ma non le venivano più.
Capii definitivamente che non era il mio sport quando un giorno esercitandomi in campagna, colpii una A112 posteggiata creando un graziosissimo foro vicino al tappo della benzina. Per fortuna non lanciavo frecce infuocate (era comunque nei miei progetti). In un'altra occasione, durante un allenamento nella palestra della scuola, bucai per tre volte il muro dietro il bersaglio e la porta del bagno delle ragazze. Ogni volta mi dicevo “La prossima andrà meglio”.
Ovviamente i miei amici non mi stimavano abbastanza come arciere da mettersi una mela in testa al mio cospetto,  sicuramente non si sarebbero convinti nemmeno se il frutto fosse stato un melone. Mi fu diagnosticato uno strabismo isterico dell'occhio dominante. 
Oggi credo che ogni freccia lanciata andava dove fosse giusto che andasse, senza alcuno scopo o forse no. Non scoccavo dardi né per sopravvivenza né per motivi di guerre rinascimentali e se sei una persona che non possiede nemmeno un minimo di disciplina interiore, non puoi cimentarti in attività di precisione. Oppure puoi farlo ma il risultato sarà proporzionale al tuo livello di autocontrollo.
Il divertimento era lanciare la freccia, non fare centro; vedere il volo del dardo, non dove si conficcava.
Tutto quello che aveva a che fare col quantificare il risultato del tiro non mi interessava. In fondo era tiro con l'arco, non freccia al bersaglio.


                                                                                                                                                  Guglielmo O'tellurico

sabato 31 maggio 2014

Luoghi Comuni non Geografici


Marc Apologé - Nuovi modelli Fiat - matitine e colori su a4 - torino 2014

La redazione di Muco Filiforme ha deciso di intraprendere una campagna culturale contro la corrente pseudo culturale, fortissima sul suolo italico, meglio conosciuta come Luogo Comunismo®.
Questa corrente fà del luogo comune la sua bibbia e i concetti espressi si nascondono nelle pieghe del quotidiano come le briciole nel giro vita di Ferrara. La nostra crociata consisterà nel denunciare come dei novelli censori questo mal costume culturale.
Quante volte per esempio, quante, avete sentito dire il Luogo Comunissimo "Vabbè però è bello dentro"?
Ora, premesso che noi affrontiamo questo argomento da belli e che voi in quanto lettori di Muco Filiforme sicuramente lo siete, indispone il fatto che ciò venga detto con palese vergognosa ipocrisia. Chi nelle umidicce notti fatte di polluzioni sogna una bella dentro? Forza alzate le mani !! Chi fra le graziose lettrici nelle oniriche fantasie sogna un principe azzurro bello dentro che arriva su un asino purosangue dentro? Forza, stiamo aspettando...
Tutto questo scialbo etichettaggio simile ad un inventario della rinascente, non si cura minimamente di quella schiatta di poveracci unti da questa infamia.
Riflettendo sull'argomento emerge un'altra incongruenza: Se comunque trattasi di qualità, chi coltiva questo dono? E' un pregio universalmente noto?
La bellezza va curata, è un patrimonio, e la bellezza interiore ha un vantaggio intrinseco, con l'età non avvizzisce. Ma allora ci chiediamo, dove sono le beautyfarm interiori? E poi perché solo belli dentro? Noi per esempio abbiamo un amico che è palestrato dentro. Ha fatto molta ginnastica interiore e nonostante apparentemente il suo involucro corporeo si manifesti gracile e giallino, dentro è palestrato ed anche un po' governatore. Ha vinto mister universo dentro, è stato scritturato ad holliwood per dei film d'azione immaginari, possiede dei pettorali interiori da fare impallidire qualsiasi boxer e bicipiti che rendono ridicolo anche il noto Braccio di Ferro sotto l'effetto del portentoso ortaggio. Ha aperto una palestra emotiva dove si allenano i buoni sentimenti e questa estate terrà una rubrica sulla rivista "Muscoli questi Sconosciuti" in cui elargirà consigli ai lettori in merito alla prova costume dentro, su come rassodare interiormente glutei inesistenti e su come affrontare un'estate da Briatore dentro.
Ovviamente tutto ciò apre scenari inaspettati. Vengono a decadere vari modi di dire tipo “Moglie e buoi dei paesi tuoi' in quanto il bovino potrebbe sentirsi culturalmente legato a tradizioni estere apprese grazie alla globalizzazione (per esempio festeggerà halloowin, festa di recente introduzione assimilata a causa del colonialismo culturale a stelle e strisce e che soppianta la nostra festa dei morti con pupa di zucchero annessi). Oppure “Non esiste più la mezza stagione”. Ma in riferimento a quale unità di misura?
La società moderna è intrisa di luoghi comuni perché il qualunquismo assopisce le coscienze e questo permette l'esistenza di dinamiche usa e getta che non permettono una visione critica dei fatti. Altrettanto infelice è il detto contadino “Scarpe grosse e cervello fino”. Secoli di evoluzione cancellati da una inesistente diagnosi di ipocelebrismo con una maliziosa allusione al cattivo gusto nella scelta delle calzature. Ma il contadino possibilmente vive in una valle verde e quindi saranno calzari suoi.
Oggi il nostro amico palestrato dentro è impegnato in molteplici avventure, si sta preparando a scalare una montagna immaginaria e questa prova di forza interiore lo porterà a vette altissime o nel baratro più buio. Lui però da pioniere trascendente ha deciso di cercare un baratro altissimo perché quello è il posto che lui cerca da sempre e che siamo certi alla fine troverà.

mercoledì 9 aprile 2014

La Topomachia

J. jin su sci Giovanni  - Imitazione di drago cinese - carboncino su a4, 2014 coll. privata

I topi sono tanti milioni di milioni, ratti, granaioli, di campagna, di città, criceti, cavie, bufirine e chi più ne ha chiami il derattizzatore. Il topo roditore naturalmente rosicchia e rosicchia a più non posso e di tutto.
Nel ventesimo secolo, vinte le paure ancestrali di malattie tipo la peste, un manipolo di creativi decise di fare una scommessa: modificare nell'immaginario collettivo la figura del topo. Nacquero negli anni i vari Topolino, Minni, Jerry, Speedy Gonzales (per le minoranze ispaniche), Topo Gigio, Topo Moto fino ai vari Geronimo Stilton.
Se da un lato questa idea ha creato un grosso giro di affari nel campo dei parchi a tema ed in tutto l'indotto dei peluches, di certo chiunque dovesse trovare un piccolo topo nella propria casa non sarebbe felice e farebbe di tutto per eliminare lo sgradito ospite. Questo articolo vuole riportare alcune testimonianze che possono essere di ausilio a chi dovesse trovarsi ad avere a che fare con sgradevoli roditori destabilizzatori della tranquillità domestica.
Il signor Dante Consiglio racconta:
Nel 1999, era inizio estate, nelle ore notturne sentivo il pianoforte verticale posizionato nel salotto suonicchiare da solo. Era un leggero arpeggio rievocante la nuova corrente sperimentale e minimalista nipponica. Non credendo ai fantasmi per partito preso, mi ero convinto che il repentino cambio climatico generasse dei movimenti di assestamento nel legno del succitato strumento. Per me era tutto normale. Il sospetto che non fosse quello che ho appena descritto, mi venne quando all'arpeggio si aggiunse una parte ritmica come di masticamento in terzine rapide e decise. All' apertura del piano notai un topo del tipo bufirina che si era trasferito a vivere all'interno dello strumento. Tentai in prima istanza di colpirlo con i martelletti suonando un brano rock velocissimo. Non ottenni i risultati sperati e dopo alcuni consigli ricevuti da esperti del settore, catturai il nefasto inquilino grazie ad una trappola a base di formaggio. Eliminazione drastica. E pensare che da bambino adoravo le puntate dove Jerry era una volta pianista e una volta direttore d' orchestra contendendosi la scena con il povero Tom.
La signorina Grecya Colmenares ricorda:
Una volta era inverno ed aspettavo un carico di legna per il camino. Arrivò il boscaiolo e riempita la legnaia, mi portò alcuni tronchi in casa. Ma dalla cavità di uno questi uscì un topino granaiolo. Il roditore restò impietrito dalle mie urla dando il tempo al boscaiolo di assestargli un colpo di scopa fortissimo che lo spedì sulle sponde della bibblica fogna dove le anime dei topi vengono traghettate nell'aldilà.
Il signor Felice Termini con simpatico candore ci racconta:
un giorno il mio gatto mi portò in dono un topo. Al momento della consegna del regalo il topino fuggì. Fu necessario un anno per catturare questo abilissimo roditore. La trappola allestita adoperava come esca un noto pongo colorato, commercializzato in tutte le cartolibrerie. 

Sono solo alcuni dei racconti che in questi anni abbiamo raccolto. L'antica lotta fra uomo e topo resterà sempre un evergreen dell'evoluzione. Alcuni popoli hanno fatto di necessita' grande intrattenimento: il popolo dei Gargiofisi costruiva nelle sue case di fango piccole arene dove far combattere, in una sorta di corrida ante litteram, i topi e i giovani adolescenti in un cruento rito di passaggio.
Fino a quando le due specie divideranno lo stesso habitat ogni qualvolta si incroceranno sarà topomachia perchè i due modelli di società sono incompatibili alla convivenza. Allora studiate e preparatevi, allenatevi ed armatevi per lo scontro che deciderà la supremazia sul pianeta.
Per chi volesse approfondire l'argomento consigliamo alcuni libri:
- Derattizzazione fai da te;
- Come diventare gatti con l'autoipnosi;
- Topi famosi del rinascimento ;
- Topazio fenomenologia di una soap;
- I topi ed i suoi derivati: Tutto sulla toponomastica.

       

Tommaso Silvestro 
detto il    
TOPOMERUMENI

martedì 18 marzo 2014

L'esame di Coscienza

Genni Calandra - Settete - acquerello su a4 - 2014 coll. privata

Quando ero piccolo temevo con tutte le mie forze il momento della confessione. Il venerdì cominciavo ad andare in apprensione, la domenica alle porte, cercando di ricordare quali peccati avessi confessato la volta precedente e quindi di quali parlare: ci tenevo veramente tanto a non raccontare le stesse cose due volte di seguito... Mi sforzavo di tenere un diario mentale, questo l'ho detto quindi lo ripeterò tra due confessioni, cose del genere insomma.
Il problema é che un bambino di nove anni che cavolo di peccati può avere mai commesso? Lo dicevo alla catechista, tra l'altro una bella donna che suscitava inesperti pruriti, e lei mi rispondeva con un'avemaria. Se le chiedevo perché il catechismo lo dovessero fare proprio di domenica mattina, lei rispondeva con un padrenostro. Una volta le chiesi come mai ci fossero tante ingiustizie nel mondo e lei attacco con l'attodidolore e nella parte che fa Permiacolpamiacolpamiagrandissimacolpa si colpi il petto così tanto forte che non le venne mai un infarto. La cosa brutta fu che i miei compagni fecero lo stesso guardandomi fisso fisso.
Poi c'erano cose senza senso, tipo le storie di natale dei miei compagni appunto: una volta uno raccontò che con la famiglia, usciti da un negozio pieni di sacchetti, videro una famiglia barbona (padre barbone madre barbona figlia barbona e figlio barbetta) e gli diedero tutta la spesa fatta per il natale. E la maestra che faceva "Ma quanto siete stati bravi! Ma che bel gesto! É questo il vero significato del natale!" (cioè sparare minchiate) e si infilò in un gloriaaddio con coreografie e tanti avvitamenti. La volta successiva raccontai che avevo diviso il mio cappotto, metà spalla per uno, con un bambino povero e la maestra grido Graziesignoregraziegrazie. Dopo qualche tempo le dissi di averla vista in sogno mentre indicava un cespuglio lambito dal vento che sussurrava Vivagesu (avevo troppi pruriti per lasciar perdere la sua approvazione) e venni promosso.
Comunque la domenica mi dirigevo verso il confessionale e mi giocavo le mie carte migliori: Ho litigato con i miei compagni, ho sputato a terra e ho disubidito ai miei genitori. Il prete mi chiedeva "Lo farai più?" e io rispondevo con quel candore da bambino novenne "NO!". Poi mi dava la penitenza, tipo tre avemaria cinque padrenostro e sei attididolore.
Ora, io non é che le preghiere le sapessi veramente bene... Più che altro stralci... Tipo Orsùdunqueavvocatanostra e deltuosenogesù... Quando le dicevamo mi nascondevo nel gruppo muovendo le labbra e se capivo che la parte la sapevo, alzavo la voce nella speranza che la maestra mi sentisse (che prurito!).
Comunque andavo a sedere proprio in prima fila con la faccia più peccatrice che avevo e cominciavo a raccogliere le parole. Guardavo gli altri accanto a me, in maggioranza vecchine, e pensavo a chissà quali peccati avessero mai commesso, per stare li ore intere. Così facendo squagliavano minuti interi, poi la colpa per il tempo perso mi assaliva e cercavo di ricominciare il conto delle preghiere dette e dopo poco, siccome avevo nove anni, mi stancavo e andavo a giocare. Ovviamente sperando che il prete non mi tenesse d'occhio... non sarei mai riuscito ad ammettere che non facevo la penitenza.
E così da adulto decisi che era arrivato il momento di fare un bell'esame di coscienza. Già, ma come?
Sentivo di alcuni amici che avevano tentato l'esame più volte senza mai farcela, altri che avevano preferito biennarla e si erano persi nel corso monografico, un signore era andato a fare l'esame di coscienza digiuno e poi gli avevano dato un succo di frutta, un ragazzo che conoscevo aveva posteggiato male e l'esaminatore lo aveva bocciato... Insomma tante verità che mi servivano a capire che la coscienza, come la giri la giri, ti influenza tanto. Ci ho messo anni a capire come si facesse l'esame.
É una specie di masterchef condotto dalla ventura mentre malgioglio canta canzoni di mina con tanto di prove di danza canto recitazione e scrittura di un testo e con tanti concorrenti, il tutto condito dalla giuria popolare presieduta dall'ospite straniero, uno che non parla un cazzo di italiano e dice cose tipo "molto bravo di movimento" e "mi ho chomossso". Dura quattro settimane, si può andare in nomination oppure essere eliminati.
Ora che ho finalmente capito però, devo dire che la mia vita é migliore, ora so quali sono le domande giuste e se rispondo bene é come se toccassi il sesso di un'angela.
Ora che ho finalmente capito posso citare le parole di una persona molto saggia, magari non una madreteresa ma sicuramente una sorellateresa e che nelle notti di luna piena, quando la luna sembra voler parlare con gli uomini, grida al cielo con tutto il fiato in gola e tutto il suo fervore: "Io credo dopo, io credo poi!" e si lascia andare a balli tutti capriole e saltelli.



Ars Attack2000

giovedì 27 febbraio 2014

Incontrovertibile Natura Umana

Ercola Cosisuduepiedi - La macchina Aggiustatutto - matite su a4 - 2014 coll. priv.

 
Oicade Ecasto Vatinni U Postu e' il mantra della mia vita, e' una litania che si ripropone sempre e che e' paradigma di una mia particolare caratteristica. Ho l'innata capacità, quando mi si presenta la necessità di scegliere fra due opzioni, di preferire l'oppurtunità che si manifesterà fallimentare e catastrofica. Sin da piccolo manifestai questo talento all'incontrario, quando ad esempio al gioco dei due pugni di cui uno cela il pegno io sceglievo sempre il pugno vuoto.
Quando toccavo i compagni per una partita di calcio, raggruppavo le seconde scelte e mi toccava il classico bimbo inabile al gioco del pallone per insalata. Per non parlare delle memorabili disfatte a I mia i tua - Testa o Croce - Pari o Dispari - ed affini. Niente, neanche per la legge dei grandi numeri sono mai riuscito a sovvertire questo trend, una serie negativa oltre ogni ragionevole dubbio.
Negli studi tutto ciò ha avuto un suo peso. Ogni italico ma che dico mondialico studente si e' trovato almeno una volta a buttarsi nel dare una risposta ad un quesito a due uscite. Se stai nella media, il 50% dovresti azzeccarle. Io mai. Sembrava che i professori lo capissero, che sentissero l'olezzo del terrore. E' stata un'ecatombe.
Un giorno fui interrogato in greco. Il professore, capendo che per ovviare al mio handicap io imparavo tutto a memoria, mi chiese quale fra Oicade ed Ecasto fosse qualcosa che oggi non ricordo nemmeno. Io optai per Ecasto e lui mi caccio' a posto fra gli sguardi divertiti dei miei compagni. Oicade Ecasto Vatinni U Postu. Fenomeno da baraccone.
Crescendo tentai di appellarmi alla filosofia e provai ogni qualvolta mi si poneva un out out di non scegliere. Di stare fermo, immobile come un rospo. Ma scegliere di non scegliere diveniva una fra due opzioni e quindi sbagliavo. E' una tortura.
Oggi sono amministratore delegato di una multinazionale e da me dipendono molte vite, lavoratori e famiglie. Devo dire che è un po' strano mantenersi freddi quando hai tutte queste responsabilità. Forse qualcuno di voi si stupirà, starà pensando "Ma come e' possibile? con tutti quelli che potevano metterci..." e forse e' anche vero, ma io sono nipote di un cardinale.
Questo e' il mio vero talento, per il giusto verso. Forse in una società meritocratica sarei stato al massimo un impiegato di concetto, mero esecutore senza potere decisionale, in una società primitiva la selezione naturale avrebbe fatto di me cibo per fiere. Ma in una società civile sono un colletto bianco grazie a mio zio cardinale e grazie al nepotismo, al capitalismo, al favoritismo e al clientelismo. Domani sarò ospite in un talk show televisivo per parlare della chiusura di 5 (cinque) centri per mancanza di fondi. Sono emozionato. Chissà come sembrerò in video, magro o grasso, alto o basso, simpatico o antipatico. Meno male che non dovrò scegliere io altrimenti gli italiani parlerebbero di me come di quel nano ciccione antipaticissimo. Guardatemi.

                                                                 Neutralmente Vostro

                                                                Bonifacio Leone Borgia

mercoledì 12 febbraio 2014

La prima teoria dei Neandertal


Sav'Anna - Jem e le ologram - colori su a4 - 2014 coll. privata

Vi sarà capitato di notare dei figurini strambi che camminano tra di noi, con i nostri stessi zaini per andare a scuola, le stesse nostre borse da lavoro e i nostri stessi occhiali.
Praticamente l'altra volta prendo la macchina e di punto in bianco il tizio che avevo davanti si ferma di botto senza mettere manco una freccia. Uno con la fronte piccola e stretta, il corpo tozzo e con le gambe pelose, le orecchie piccole e cattive, si ferma in mezzo alla strada così di botto, scende per entrare in un bar e lascia la macchina lì a bloccare tutto il traffico.
Io, ovviamente, scendo col crick, lo chiamo redarguendolo e questo comincia con cose tipo: Viri ca iu medfiajfks sflonalnfgsn dfljns, U capisti? (traduzione per gli amici che ci seguono dalla Svizzera: Vedi che io medfiajfks sflonalnfgsn dfljns, Hai capito?) il tutto gridato sputandomi addosso pezzi di cornetto alla marmellata sul cappotto e con il dito puntato come una pistola.
Cioè io rimango cosi, stubidito, lo guardo con vero terrore, lascio cadere il crick dalla mano e corro verso la macchina...
Mi sentivo infreddolito, mi aveva forse lanciato una maledizione... metto in moto e corro verso la farmacia e per la strada macchine ferme a cazzo di BIP e altre che suonano il clackson, una donna davanti ad una vetrina che grida: Unni Viri ca ci trasi un Puilman uohrngojnfva erognasjoln qnvealjònve onvjfaln MAH! (Traduzione per gli amici che ci seguono dalla francia, in particolare René, l'amico di Milzà che con Fois Gras (per gli amici che ci seguono dalla spagna sarebbe Fegatodos) ha firmato pagine indelebili dei migliori giornali, Non vedi che ci passa un pulmann uohrngojnfva erognasjoln qnvealjònve onvjfaln MAH!) e io rimango più stubidito di prima, tipo così guarda, capito?
La signora aveva la stessa fronte stretta e tediosa, le stesse piccole orecchie e guardava con quei particolari occhi che ti fanno gelare il sangue nelle vene.
Arrivo in farmacia e mi metto in fila, ma ecco entrare una specie di uomo, supera tutti quelli che stanno aspettando e si rivolge al medico con una litania:
Mi fa mali a tieista ljangvàò jcþ@ksnfvklean volksàgf þĸłdsmf, rammi na pillula (ho dolore alla testa ljangvàò jcþ@ksnfvklean volksàgf þĸłdsmf, mi dia un analgesico)
Esco fuori e un signore butta a terra un fazzoletto gridando Ma chi minni futti kajngojenvòjnsdèvlnaov ojnvsòv onvfoèqenv onmfvo 234 vonsèvns! (Cosa me ne importa kajngojenvòjnsdèvlnaov ojnvsòv onvfoèqenv onmfvo 234 vonsèvns!)
Ci sono dei bambini sulle mini moto che tirano per aria un gatto Amunì amunì pkmfjiks (vai vai pkmfjiks), uno con il motorino che crossa in mezzo alla gente dicendo Minchia sto muturi babum babum U sienti? (pene, questo motore Babum babum lo senti?) e un venditore ambulante che grida Pullanchielle e cavure e pulite e tiennere, va va vaaaaaa vavavaaaaa e tiennere (pannocchie e calde e pulite e terene va va vaaaaaa vavavaaaaa e tenere).
Ovunque mi giri ci sono loro, uomini e donne con la fronte ottenebrata, lo sguardo a fessura e il mento pronunciato. Si muovono a rallentatore emettendo suoni come questi AAARRRGG, MMFIJMPI, BRUM BRUM, PAPPE, hanno vestiti come i miei (ma li portano male), sembrano utenti di un manicomio, sbavano e sputano per terra, se comprano qualcosa lo fanno con estrema volgarità gridando cose come Quaaaantuuuuu? Me cucinu u stissu un evuru! OuhnfrwkhvjscnoiW OÈWHFCOÈIW NOIJCIOWEÈJ Minchia ma si caravigghiaru (quanto? Un mio cugino, in un altro posto, ha comprato lo stesso oggetto pagandolo un euro! OuhnfrwkhvjscnoiW OÈWHFCOÈIW NOIJCIOWEÈJ, Pene lei ha dei prezzi molto alti), si fermano in modo scomposto, se contano fanno cosi Uno Due Pollo Ventisei, se si urtano si dicono cose come Sta Taliata? Irmnevki? (come mai mi stai guardano? Irmnevki?)
Cerco di scappare ma vengo fermato da due tizi che mi chiedono: “Ciao, scusa se ti disturbiamo ma volevamo sapere se hai pregiudizi nei confronti dei bambini disabili” ed io penso Ma che c'entra? Perché dovrei avere pregiudizi? Io sono nato a Palermo, loro sono di Sabily (sarà una città tipo della jugoslavia) perché dovrei avere pregiudizi? Glielo dico, pure, e loro mi guardano come se fossi io quello strambo e scappano via. Penso Uao ho trovato il modo di non farmi fermare per la strada, ma la mia testa comincia a riempirsi di suoni gutturali e inizio a soffiare come un gatto fiu fiuu... davanti a me c'è la vetrina di un negozio: mi guardo e penso Ma chi è quello stronzo? Ah, io.
A questo punto sono caduto a terra svenuto.
Quando mi sono ripreso ho capito una cosa vera. Che qui a Palermo l'umanità ha avuto una storia evolutiva differente dal resto del mondo. Ebbene, qui a palermo (per gli amici che ci chiamano da fuori il prefisso è 091) una colonia di Neandertal è sopravvissuta.
Il farmacista è Neandertal, il sindaco il polizziotto il fruttivendolo sono Neandertal. FINANCO (è il nome di una finanziaria, lo spot è così: C'è un vecchio paralizzato buttato in un letto con l'ossigeno attaccato che dice sorridendo e muovendo gli occhi piene di mosche: “Hanno finanziato FINANCO me!” Scusate ma questo blog si basa sulla pubblicità) FINANCO dicevamo gli autori di questo blog sono Neandertal.
Per fortuna che almeno sono un Neandertal bello tipo Brad Pitti (non l'attore, ma uno che conosco io).


Ludovico Angela e Alberto

lunedì 27 gennaio 2014

Lo Sbutrafemmine

AnnaMariaMariella Delle Querce - Dammi un motivo per amarti - carbonicino 2014 coll. privata

La settimana prossima su un canale televisivo verrà presentata l'ultima scoperta del Club delle Scienze di Mucofiliforme. Siamo oggi in grado infatti di mostrare a tutto il mondo accademico le prove dell'esistenza di un essere antropomorfide fino ad oggi solo pura credenza popolare.
Se lo Yeti vi ha fatto paura e il mostro di Lochness non vi ha fatto dormire, lo Sbutrafemmine non vi farà uscire di casa.
Scrittori dell'antichità ce lo raccontano con dovizia di dettagli, ma le comunità scientifiche hanno relegato il fenomeno a pura superstizione. La verità è un'altra. Non abbiamo certo velleità da esploratori, ma a causa di una scommessa siamo stati costretti ad inventarci il mestiere. Avreste sopportato un “Un ta' firi” detto da Zichichi? Noi no.
La spedizione è stata composta dai seguenti elementi:
Il Professor Dottor Annibale delle Quote Alte, abile alpinista dal sangue scerpa, mini laurea alla Laparday University Engeniering in Seguitore di Tracce, Master in Bipede;
L'esperto di Materie Prime Quo Vadis Marco, responsabile della refezione alla Laparday University Engeniering;
Karim Kunta nGente, tesoriere della Laparday University Engeniering, in Mozambico ingiustamente accusato di appropriazione indebita, corruzione e peculato. Esperto in baratto e con un forte spirito di abnegazione, quando c'è da sacrificare qualcuno, è sempre il suo turno;
La dottoressa Dorothy Venier, glottologa e mortofonologa forense con una cattedra alla Laparday University Engeniering in Economia Domestica, venuta a contatto con i Membri del club delle Scienze di Mucofiliforme per articoli quali: Lingue morte e resurrezione, Chi ha incastrato Tuta Nc'mon?, Geroglifico: arte tra disegno infantile e Picasso.  La sua particolare capacità linguistica è il vanto della Laparday University Engeniering;
Ed infine l'imboscato Mcgiver Filippo, facente parte del personale non docente (bidello) della Laparday University Engeniering che nonostante la terza elementare si rivelerà utilissimo alla spedizione salvando addirittura una cordata ucraina persa tra gli appennini e le ande. Per tale gesto eroico verrà insignito del titolo onorario di pompiere di New York venerdì prossimo.
I primi mesi sono stati durissimi, allenamenti serrati marce notturne e pane duro, per una ricerca che sembrava impossibile. L'essere umano ha in se il germe della follia, ma questi uomini e quella donna, che non esitiamo a definire dei filantropi, erano più determinati della sporca dozzina. E gliene mancavano ben sette. 
La ricerca ha preso spunto dalle fonti locali in nostro possesso: incisioni rupestri, racconti orali e avvistamenti hanno confermato che il periodo migliore per le apparizioni è sempre stato quello primaverile tra le cinque e le sette del pomeriggio, sole calante luna montante. Come quando si va a pescare i todari. Il primo problema è stato quello di capire di quale fuso orario si parlasse.
I maya lo dipingevano per esorcizzarne la paura, i Willy ne cantavano le gesta,  ma con poca convinzione e qualcuno stonava. Erodoto scriveva dello Sbutrafemmine come di una divinità a metraggio.
Ma tutto questo, se da una parte guidava le menti eccelse, dall'altra ha significato mettere da parte tutte le proprie sovrastrutture mentali. L'approccio allo Sbutrafemmine deve essere scevro da ogni preconcetto, perchè lo Sbutrafemmine lo percepisce con la sua particolare trombetta.
Un altro pericolo era quello di essere sviati da una pletora di mitomani che nei secoli hanno offuscato la letteratura del settore, con false testimonianze e false prove di avvistamenti come la famosa foto che pretendeva di aver ritratto lo Sbutrafemmine in mezzo ai cespugli di rovi.
Ma i nostri grandi eroi alla fine hanno svelato l'arcano e donato al mondo e all'unanità una nuova rotella di quel fantastico ingranaggio che è l'universo. Lo Sbutrafemnmine c'è.
E concludiamo con le parole di Karim Kunta nGente, unico caduto della spedizione che ci piace ricordare con quella velleità da eroe che lo caratterizzava e il sorriso ragazzino di un settantenne mai invecchiato:
“Dov'è il mio pappagallo?”
Grazie ragazzi e ciao Karim per quello che ci hai dato. Ti ricorderemo sempre.


Mentana Jhonson

venerdì 17 gennaio 2014

Come la globalizzazione ha rovinato l'educazione dei nostri figli

Matteo Trapani Moneta - La strega Infingarden nell'insolita trasformazione in Gandalf il grigio - matite su A4, coll. privata

Oggi riceviamo in redazione una missiva di protesta dell'Associazione Genitori all'Antica Italiana
Come ricevuta pubblichiamo:


Distinta redazione di Muco Filiforme,
ci rivolgiamo a Voi in quanto avete dato negli anni passati prova di specchiata moralità, retto equilibrio ed attaccamento ai valori universali della famiglia.
Siamo disgustati dai cambiamenti che la modernità ha attuato sul tessuto sociale e di come la globalizzazione abbia rovinato l'educazione dei nostri figli.
Il relativizzarsi dei riferimenti e dei modelli, anche nella scuola, hanno fatto vacillare i capisaldi della nostra cultura e reso aleatorie tutte le precedenti tecniche educative.
Il revisionismo cinematografico mondiale, ad esempio, ha riciclato in chiave positiva gli storici spauracchi usati come deterrente per placare gli eccessi infantili: Vampiri, Lupi Mannari e mostri vari sono rappresentati con avvenenti fattezze atte a solleticare i pruriti post-adolescenziali dei giovani spettatori. Il lupo di cappuccetto rosso con il volto di Leonardo di Caprio e' uno dei molteplici esempi che possiamo riportare, l'uomo nero e' diventato il testimonial di un noto ammorbidente (che per di più si chiama omino bianco!) ed il diavolo veste prada.
Per non parlare della difficoltà nel reperire oggetti atti all'uso improprio per la percossa/rinforzo che i nostri avi utilizzavano come mezzo di correzione verso i giovani più scapestrati.
Centinaia di migliaia di cucchiai di legno made in china si spaccano al primo colpo non garantendo  una performance punitiva calibrata correttamente sulla colpa.
Per esempio se un giovanotto con il foglio rosa sventra l'auto di papa' e alla prima percossa il ligneo randello si frantuma in mille (1000) pezzi,  penserà di aver fatto una semplice bravata; se vostro figlio dopo aver riportato un brutto voto subisce un colpo di media forza, penserà che questo è veramente grave e che lui è più sfortunato perchè non ha la patente.
Per essere più chiari si allega un breve elenco delle equivalenze colpi\colpe:
 - Cresta su resto della spesa: superiore a cinquanta (50 ) euro un colpo, inferiore tre (3) colpi;
- Essere sorpreso a giocare al dottore con la cugina: se sei il padre della cugina (quindi lo zio) cinque colpi fortissimi; Se sei il padre del maschietto (quindi il padre) si presentano due possibili scenari: se la punizione viene elargita di fronte a testimone donna, un colpo secco ma di media intensità e senza convinzione; in assenza di testimoni o astanti, una carezza tipo Papa Giovanni XIII (ventitreesimo).
- Ritagliare le signorine in biancheria intima dal catalogo postalmarket due (2) cucchiaiate, la prima media e la seconda forte in rapida sequenza, come la classica doppietta quarta seconda della cinquecento del '74 (settantaquattro).
- Essere arrestato per taccheggio dal vigilantes della standa, dodici (12) colpi di medio-alta intensità intervallate da pause di trenta (30) secondi per permettere improperi. Otto (8) colpi sono per l'arresto eseguito da un vigilantes, due (2) perché il genitore e' dovuto uscire di casa e due (2) perché la standa non esiste più.
Di seguito grafico intensità e colpi

Tutte queste giuste equivalenze vengono a decadere per l'inconsistenza strutturale dei già sopraccitati cucchiai di legno. Premesso che il percosso tende a frapporre fra se ed il colpo le parti più resistenti di sé, tipo gomiti avambracci stinchi e ginocchia, visto la scarsa  affidabilità del mezzo correttivo si consiglia di colpire il sottomascella, sotto l'ascella o in alternativa nell'ascella della gamba ossia dietro il ginocchio.
Certi di condividere il problema anche con i vostri lettori Vi ringraziamo anticipatamente per lo spazio concessoCi sul vostrO bLog.

distinti saluti
Abramo Isacco presidente


Siamo d'accordo con la scrivente associazione perché capiamo l'importanza che certi metodi pre-montessoriani hanno per lo sviluppo e la crescita dell'individuo nella società.
La posta in palio è enorme e noi, non per vantarci, di legnate con il cucchiaio di legno made in Sicily ne abbiamo prese tante.
Abbiamo appena ricevuto un'Ansa che ci informa che una persona vicina alla redazione di muco filiforme da piccola ha subito una punizione con cinghia e ha addirittura dovuto quantificare da sé la quantità di colpi meritata (cinque [5]).
Arrivederci a tutti.

giovedì 9 gennaio 2014

Un Articolo Pesantissimo


Marceca Innus - Ho fatto un disegno per te - penna su foglio a righe, 2013 coll. privata

Gentili lettori,
la redazione di Mucofiliforme ha approvato, durante la più sanguinosa delle riunioni della Giunta a Procedere di Mucofiliforme, la divulgazione della struttura organizzativa interna e relativi referenti. Si ritiene altresì doveroso aggiungere che la presente richiesta è stata approvata per alzata di mano.

Mucofiliforme ha una struttura piramidale, al vertice vi è il Comitato Centralissimo di Mucofiliforme, capeggiato dai referenti delle fazioni che trovano espressione all'interno del Congresso Nazionale degli Enti Locali di Mucofiliforme, unitamente ai rappresentanti dell'Alto Commissariato Mucofiliforme per le Delibere in Discussione.
Ogni sede distaccata, ce ne sono più di duecento (200) sparse su tutto il territorio nazionale e una ventina (20) in stati esteri, ha il compito di redigere un complesso documento mensile sulla base delle testimonianze raccolte dalle Sedi Territoriali Mucofiliformali in Itinere, dalle Sedi Giovanili Mucofiliforme, dalle Associazioni e dagli Istituti.
Le Associazioni si occupano di interagire con gli organi governativi, con i presidenti di commissione e con i delegati eletti dai Centri per la Comunicazione Mucofiliformare.
Gli Istituti sono stati preposti per interfacciarsi con le sedute straordinarie del Gabinetto di Mucofiliforme e dialogano con tutti i membri intermedi fino ad arrivare ai Decani di Mucofiliforme che per opera della radio ufficiale (RadioMariella) offrono propaganda a iosa.
Gli Istituti sono quattro:
Istituto Nazionale Ricerche Storiche di Mucofiliforme;
Istituto Bilaterale Uffici di Destinazione Fax di Mucofiliforme;
Istituto Del Laborioso Scrivano con delega all'informazione,
Istituto Nazione Interventi Attuativi Mucofiliformi, il cui compito è offrire la costituzione ai tesserati e dettare il numero esatto dei bollini necessari per accedere ai premi spesa.
Tutto il comparto Informazione Storia Geografia e Pubblicità, per conto del Centro Studi e Ricerche Mirco Paulomieri e con l'ausilio dell'Istituto Superiore Metodo e Calcolo Inutili dei fratelli di Giovanni, cioè Marco e Matteo, ha diritto di veto su eventuali questioni. La parte vettovagliamento può solo indirizzare reclami attraverso gli Assaggiatori Mucofilifomi. Le strutture Cinema Musica e Arte Mucofiliformi, con apposite commissioni presiedute da artisti del calibro di Felicity G. ed Vladimiro Grana, interagiscono con apposite delibere.

Tutto questo riguarda la parte ufficiale e che dialoga con la società civile. Ma Mucofiliforme ha all'interno fazioni e indirizzi di dibattito che dettano, a seconda dei momenti storici, la linea di condotta ufficiale.
Attualmente due sono le correnti che raccolgono la maggior parte dei voti all'interno della Camera Costituente di Mucofiliforme: La corrente VitalianoMostica di stampo intimamente poetico e nostalgico, e quella legata alla figura di Lucia Fornetto detta dei fornelli, dal caratteristico umore bipolare e vagamente divertente.
Come si è avuto modo di dire altrove, Mucofiliforme ha in sé ben rappresentate tutte le diversità presenti al mondo: religiose politiche sessuali etniche etico-morali e varie ed eventuali. Su tutto ciò vigila il Comitato Etico e Morale Mucofiliforme che ha sempre l'ultima parola.
Problema mai risolto è quello legato alla questione quote: non avendo la necessità di legiferare in merito alle quote rosa o alle quote azzurre perché equamente rappresentati (un uomo per una donna, più donne per un uomo) Mucofiliforme ha un problema quote quote. È in corso proprio ora la seduta straordinaria della Giunta per il Numero Legale di Mucofiliforme.

Bene, detto questo è utile spiegare il complesso percorso che riguarda la pubblicazione di un articolo.
Ogni redattore, sia esso ganese oppure pescatore, manifesta tramite modulo C32 (CItrentadue) l'intenzione di scrivere un articolo. Nel modulo viene indicato: Titolo del pezzo, eventuali riferimenti alla contemporaneità, personaggi principali e trama, allegare valido documento di riconoscimento. Il pezzo va scritto a mano in bella grafia con penna nera, se non si legge bene viene rimandato alla Post-Produzione Calligrafica di Mucofiliforme e da qui rigirato al redattore capo che si interfaccia con la Messa in Opera di Mucofiliforme, che a sua volta spedisce il tutto ai Centri Mucofiliformi Locali Locali. È in questo momento che viene eseguita una prima verifica dal Comitato Etico Mucofiliforme.
Il pezzo così verificato nella struttura portante viene trasmesso esclusivamente tramite fax e dopo il vaglio dei lettori interni rientra ai centri Multimediali Mucofiliformi esclusivamente tramite e-mail. Eventuali problemi di trasmissione (sono frequenti i fax illeggibili o le e-mail con oggetto errato) invalidano l'articolo e ne bloccano il passaggio ai Decani.
Per esempio abbiamo importanti rivelazioni sul futuro artistico di Pavarotti in un articolo bloccato in Commissione Bilancio Mucofiliforme.
Una volta ottenuto il via libera dalle sedi disgiunte, l'articolo passa dalla Corte dei Conti di Mucofiliforme per verificare la possibilità del facimento economico. Se l'esito è positivo la Corte Costituzionale di Mucofiliforme, dopo vent'anni (20), apporrà il parere favorevole. Se l'esito è negativo è tutto da rifare. I motivi che possono far bocciare l'articolo sono:
- Violazione delle Delibere di Autoregolamentazione in riferimento ai Cinesi;
- Violazione dell'emotività di un gruppo verso altri gruppi;
- Antipatie tra redattori;
- Diniego apposto dall'Accademia della Crusca di Mucofiliforme.

Non possiamo infine non dedicare qualche parola alla competenza dei periti tecnici e informatici della Laparday University Engineering che con il loro contributo verificano che ogni parola rispetti i margini di impaginazione.
Una volta superato tutto ciò, il pezzo è nelle vostre mani, pronto per essere gustato.
Come dice il titolo, questo è un articolo pesantissimo, se sei arrivato fino a qui è un problema tuo, io mi sarei fermato al terzo rigo.
Perché abbiamo fatto tutto cio? Pensaci, caro lettore, pensaci.

Sammy davids junio

lunedì 6 gennaio 2014

Economia domestica


Bob Nuovadelhi, Colazione di Tiffany - Matite su a4, 2014 Coll. privata

Con questa appassionante rubrica ci piacerebbe darvi dei suggerimenti generici per i problemi più vari che quotidianamente affronterete. Sono consigli che nascono da tutte le esperienze che facciamo noi stessi, quindi validi.
Incerti su cosa fosse ciò da cui meglio eccetera eccetera, vogliamo porre alla vostra attenzione questa lista ideale della spesa, ritrovata accartocciata davanti ad un famoso centro commerciale di una famosa città.
Leggete un po’:


“Lista della spesa ideale”

  • Acido per cessi
  • Detersivo per i pavimenti
  • Detersivo per i piatti
  • Ghiaia per il gatto
  • Parecchi piatti
  • Forchette di plastica
  • 1 cascia d’acqua
  • 2 kg di pasta
  • 1 pentola
  • 1kg di farina
  • Dolciumi
  • Wustus
  • Un po’ di scatolame tipo tonno, tipo varie
  • Formaggi e latticini ( 1 pacco di sottilette)
  • Una ferrari di cioccolato
  • Nutella apache (bigusto)
  • Fette biscottate antonio banderas
  • Burro
  • Marmellata
  • Brioscine quelle morbide di panificio
  • Brioscione da riempire col cimino con il pezzame
  • 2 bottiglie d’aranciata
  • Succo di frutta
  • L’olio ce l’ho
  • Uova e acciughe
  • Creck e grissini
  • Beccafico
  • Riso
  • Gratiné
  • Latte
  • Maionese
  • Aglio e cipolla
  • Patate
  • Sottolio
  • Pancarré
  • 2 confezioni panna da cucina
  • Carne in scatola
  • Che fa due birre non le dobbiamo comprare?
  • Fungs
  • Pomodoro
  • Gamberi, gamberetti, gamberoni
  • Acciughe e uova
  • Minchia sgombro sott’olio che mi piace tanto
  • Allora nesquik a sto’ punto
  • Patatine tipo fonzie
  • Salumi del pacco
  • Pancetta sotto vuoto
  • Yogurt
  • Cereali
  • 1 tavoletta di ritten spot
  • Cartine che questa è l’ultima
  • Articoli da fumo
  • 1 confezione di lievito di birra
  • Tovaglioli meglio scottexsone
  • Cannavazzi
  • Mangia polvere
  • Pasta liofilizzata
  • Latte di limone
  • Crema di whiskis tipo beilis
  • Croccantini
  • Improvvisare, varie ed eventuali.

Questo è un esempio, naturalmente ognuno potrà decidere se farne uso o meno, ma ci mancherebbe! La nostra rubrica serve se serve, altrimenti niente.
 Buona spesa!

                                                                      Lucia Fornetto