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Vladimiro Grana - Mano di chela- spirito su a4- 2013 collezione privata |
Cari
amici in ognuno di noi si racchiude una componente maniacale che più
o meno celiamo al prossimo. Io sono zuppo di rituali, manie e forse
la più piacevole, quella che mi rappresenta è la mia passione per i
bar.
Io sono
cresciuto in un contesto culturale dove il bar ha significato, un
luogo franco dove vivere la socialità, appianare i contrasti e le
divergenze scandendo i ritmi della giornata.
È dunque
per questi motivi che io ho da sempre catalogato i bar, ho sempre
geograficamente suddiviso gli spazi urbani in riferimento al bar
degno più prossimo ed ho boicottato quelli che non rientravano nelle
mie aspettative.
Diverse
sono le cose che osservo per determinare la qualità di un bar. La
prima cosa è l'arredamento. Non pensate però ai canoni estetici
standard del tipo porcellane o la livrea del barista piuttosto che la
sciccheria dei tavolini di vimini o altre menate da catalogo di
arredamento da fighetti. È tutto molto semplice.
Suddivido
tre macro categorie:
1) RETRÒ
Bar con
arredamento in alluminio anni settanta (70) tazzine brandizzate con
marche di caffè zucchero a cucchiaio libero e cornetto industriale
(tipo mottino). Trattasi di bar in via d'estinzione.
2)
GENERICO ELEGANTE
Bar
brillante con barista signorina, croissant di tutti i tipi ma
ammiccante alla tradizione con la spocchia della concessione al
cliente (tipo una craffen al giorno, chi arriva prima è fortunato).
Arredamento con bancone in muratura, tazzine anonime con rare
eccezioni per quei bar che optano per le tazzine riportanti il nome
dello stesso. Faretti e affini con cassa solitamente allocata vicino
all'ingresso/uscita.
3) BAR
ULTRAMODERNI
Solitamente
sviluppano lo spazio in forma non regolare, tv che passa videocplip
per attirare i giovani, cornetti ai frutti di bosco, sfoglia al
pistacchio ed altre amenità alimentari, tazzina larga con cucchiaino
dalle improbabili fattezze, barista giovane e leggermente informale
con pircing o tatuaggio o tutte e due. Sgabelli irregolari e bancone
ad elle.
Ovviamente
esistono infinite varianti, il generico ammiccante all'ultramoderno,
il retro elegante ecc. e l'appartenenza ad una o altra categoria non
sancisce la qualità del bar.
Molto
importante è anche il sottobosco umano che frequenta il bar. Spesso
questo è determinato dal quartiere di allocamento dell'immobile.
L'avventore
medio del bar affronta discorsi standard e ciclici tipo il calcio il
lunedì mattina disquisendo di errori arbitrari e di errori dal
dischetto, di politica quando si avvicinano le elezioni; a febbraio
immancabile la dura critica sanremese sempre non lesinando la
riflessione meteorologica che è sempre un evergreen.
Ma
fondamentale per la valutazione del bar è il barista. Nei casi più
rari si crea la sintonia perfetta dove il barista attento memorizza
le abitudini dell'avventore ed a seconda dell'orario o dell'incedere
del cliente capisce cosa deve fare. A me è personalmente accaduto di
instaurare un perfetto intendimento con un vecchio barista di un
bar-pasticceria abbastanza noto e che non cito in quanto non ha
voluto corrispondere l'obolo per la marchetta pubblicitaria.
Comunque
dicevo, questo vecchio barista aveva capito che la mattina presto io
non amo parlare e che tendenzialmente gradisco tagliare il caffè con
il latte. Ma non sempre... e che se sofistico la nera bevanda adoro
zuccherare prima della contaminazione vaccina.
Normalmente
quando chiedete un caffè macchiato, che fa un barista medio? Vi fa
il caffè, schiuma il latte e qui ci sarebbe da aprire un capitolo
sulla schiumatura del latte, poi lo stratifica sopra il caffè e poi
solitamente (ciò accade nel bar di tipo 2) vi spruzza un po' di
cacao amaro porgendovi la tazzina. Ora caro lettore batti un pugno
fortissimamente dove vuoi gridando NEIN!
No,
scegli per me? Ma come ti permetti?
Il
sopracitato barista invece mi faceva il caffè, mi schiumava il latte
che mi serviva in separata sede in un piccolo alambicco metallico. A
me la scelta di come e se macchiare il caffè e l'ordine degli
ingredienti. Tutto questo scambiandoci solo un cenno di saluto.
Questa per me è perfezione.
Ad un
certo punto capiva penso dal colore del mio bulbo oculare se gradivo
mangiare qualcosa ed anche se dolce o salato. Poi andò in pensione,
fu sostituito da uno sgradevole ed impacciato guitto da bancone (non
oso nemmeno chiamarlo barista) ed io cambiai bar.
Questo
vuole essere solo un esempio, ovviamente sono molteplici le varianti
sulla scala che determina la qualità di un barista, ma una cosa che
deve essere sempre presente a tutti voi è che mai e poi mai dovete
permettere che si crei un rapporto tipo ciao compa, mefré o altre
inopportune confidenze che potrebbero compromettere l'oggettività
della vostra classificazione del bar degno. E poi è di cattivo
gusto, io quando entro in un bar è come se entrassi in un luogo dove
i gesti devono essere misurati, pregni di simbologia e significanti,
dove con un'occhiata vengono compresi gli intendimenti sia che si
tratti di craffen o calzone fritto.
Che dirvi
cari amici è un percorso che se decidete di intraprendere vi
impegnerà per la vita e vi creerà dei conflitti quando ad esempio
ignorerete il bar sotto casa per recarvi ad uno che si trova a 500
(cinquecento) metri solo perché l'acqua liscia è alla temperatura
perfetta. Perché l'acqua è secondaria? Anche questo è un elemento
fondamentale. Per esempio è da radiazione immediata dall'albo dei
baristi il porgere senza chiede acqua gassata pensando di fare cosa
gradita. Oltre che questa ostentazione di munifica disponibilità di
acqua feturing anidride carbonica è di cattivo gusto, il barista
perfetto non deve mai prendere l'iniziativa ma deve percepire
l'imbeccata o al massimo chiedere con discrezione e memorizzare.
Questi
sono solo alcuni esempi di un mondo che si cela dietro a cosa rende
un bar degno. Non andate allo stesso bar perché è vicino, per
abitudine o perché siete amici del barista, o perché la barista
mette il perizoma. Dovete pretendere il meglio, dovete volervi bene e
mirare alla perfezione perché iniziare la giornata in un bar bar
degno farà da contraltare alla merda che dovrete affrontare per il
resto della giornata.
Fortemente vostro Vitaliano
Mosto