Miei
affezionatissimi, quest’oggi la vostra Lucia ha deciso di trattare
un argomento veramente interessante.
Questa
volta parleremo della pasticceria che viene confezionata in vaticano
per il Papa e gli altri prelati.
La mia
conoscenza è vasta sull’argomento poiché da giovane ho effettuato
una ricerca in merito.
Partirei
con il presentarvi le CataconBonBon, dei deliziosi
pallottolini di pan di spagna imbevuti di vino santo e ricoperti da
una crosta di zucchero.
È un
dolce semplice come le Croste di Padre Pio, patatine dolci
ricoperte di frutta candita.
Consumatissime
sono le Reliquirizie che altro non sono che liquirizie a forma
di parti anatomiche (dita, orecchie, unghie, peli ecc).
Più
impegnativa, ma sicuramente consumatissima anche dai parlamentari
italiani, è la SacresTort, residuo Asburgico nel vaticano che
molti Papi amici dell’impertatore o addirittura parenti.
A
carnevale si fa largo consumo delle Chierichiacchere e non c’è
domenica che il Papa dopo pranzo non mangi Babà allo Spirito
Santo.
Ottima la
fattura pasticciera artigianale ed ottime sono le Torte Sette
Tonache confezionate dalle Monache del Santissimo Mestolo di
Maria Pasticciera, convento da cui proviene la notissima cuoca Suor
Germania.
Inoltre
da quest’anno sarà possibile trovare nei supermercati del vaticano
le merendine del Convento Bianco in due dolcissime varietà:
le Sfoglie del Papa Buono all’Uovo e l’Ostiaporosi
Benedetta, un friabile frollino a forma di piccolo femore.
Ma se vi
trovate in pellegrinaggio a San Pietro e venite colti da improvvisi
languori alimentari, troverete dei chioschi agli angoli delle strade
e perciò non mancate di gustare le Stigghiolstigmate,
ghiottissimi stuzzichini di pasticceria popolare di cui i Monaci
Cercatori si nutrono quasi esclusivamente. La ricetta è
semplicissima: il dolce è composto da spiedini caramellati adornati
di marmellata di lamponi e basta.
Questo è
un breve viaggio attraverso la pasticceria vaticana e, credetemi,
vale proprio la pena di assaggiarla.
Vi saluto
affezionati lettori e buona degustazione.
Lucia Fornetto
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