martedì 18 marzo 2014

L'esame di Coscienza

Genni Calandra - Settete - acquerello su a4 - 2014 coll. privata

Quando ero piccolo temevo con tutte le mie forze il momento della confessione. Il venerdì cominciavo ad andare in apprensione, la domenica alle porte, cercando di ricordare quali peccati avessi confessato la volta precedente e quindi di quali parlare: ci tenevo veramente tanto a non raccontare le stesse cose due volte di seguito... Mi sforzavo di tenere un diario mentale, questo l'ho detto quindi lo ripeterò tra due confessioni, cose del genere insomma.
Il problema é che un bambino di nove anni che cavolo di peccati può avere mai commesso? Lo dicevo alla catechista, tra l'altro una bella donna che suscitava inesperti pruriti, e lei mi rispondeva con un'avemaria. Se le chiedevo perché il catechismo lo dovessero fare proprio di domenica mattina, lei rispondeva con un padrenostro. Una volta le chiesi come mai ci fossero tante ingiustizie nel mondo e lei attacco con l'attodidolore e nella parte che fa Permiacolpamiacolpamiagrandissimacolpa si colpi il petto così tanto forte che non le venne mai un infarto. La cosa brutta fu che i miei compagni fecero lo stesso guardandomi fisso fisso.
Poi c'erano cose senza senso, tipo le storie di natale dei miei compagni appunto: una volta uno raccontò che con la famiglia, usciti da un negozio pieni di sacchetti, videro una famiglia barbona (padre barbone madre barbona figlia barbona e figlio barbetta) e gli diedero tutta la spesa fatta per il natale. E la maestra che faceva "Ma quanto siete stati bravi! Ma che bel gesto! É questo il vero significato del natale!" (cioè sparare minchiate) e si infilò in un gloriaaddio con coreografie e tanti avvitamenti. La volta successiva raccontai che avevo diviso il mio cappotto, metà spalla per uno, con un bambino povero e la maestra grido Graziesignoregraziegrazie. Dopo qualche tempo le dissi di averla vista in sogno mentre indicava un cespuglio lambito dal vento che sussurrava Vivagesu (avevo troppi pruriti per lasciar perdere la sua approvazione) e venni promosso.
Comunque la domenica mi dirigevo verso il confessionale e mi giocavo le mie carte migliori: Ho litigato con i miei compagni, ho sputato a terra e ho disubidito ai miei genitori. Il prete mi chiedeva "Lo farai più?" e io rispondevo con quel candore da bambino novenne "NO!". Poi mi dava la penitenza, tipo tre avemaria cinque padrenostro e sei attididolore.
Ora, io non é che le preghiere le sapessi veramente bene... Più che altro stralci... Tipo Orsùdunqueavvocatanostra e deltuosenogesù... Quando le dicevamo mi nascondevo nel gruppo muovendo le labbra e se capivo che la parte la sapevo, alzavo la voce nella speranza che la maestra mi sentisse (che prurito!).
Comunque andavo a sedere proprio in prima fila con la faccia più peccatrice che avevo e cominciavo a raccogliere le parole. Guardavo gli altri accanto a me, in maggioranza vecchine, e pensavo a chissà quali peccati avessero mai commesso, per stare li ore intere. Così facendo squagliavano minuti interi, poi la colpa per il tempo perso mi assaliva e cercavo di ricominciare il conto delle preghiere dette e dopo poco, siccome avevo nove anni, mi stancavo e andavo a giocare. Ovviamente sperando che il prete non mi tenesse d'occhio... non sarei mai riuscito ad ammettere che non facevo la penitenza.
E così da adulto decisi che era arrivato il momento di fare un bell'esame di coscienza. Già, ma come?
Sentivo di alcuni amici che avevano tentato l'esame più volte senza mai farcela, altri che avevano preferito biennarla e si erano persi nel corso monografico, un signore era andato a fare l'esame di coscienza digiuno e poi gli avevano dato un succo di frutta, un ragazzo che conoscevo aveva posteggiato male e l'esaminatore lo aveva bocciato... Insomma tante verità che mi servivano a capire che la coscienza, come la giri la giri, ti influenza tanto. Ci ho messo anni a capire come si facesse l'esame.
É una specie di masterchef condotto dalla ventura mentre malgioglio canta canzoni di mina con tanto di prove di danza canto recitazione e scrittura di un testo e con tanti concorrenti, il tutto condito dalla giuria popolare presieduta dall'ospite straniero, uno che non parla un cazzo di italiano e dice cose tipo "molto bravo di movimento" e "mi ho chomossso". Dura quattro settimane, si può andare in nomination oppure essere eliminati.
Ora che ho finalmente capito però, devo dire che la mia vita é migliore, ora so quali sono le domande giuste e se rispondo bene é come se toccassi il sesso di un'angela.
Ora che ho finalmente capito posso citare le parole di una persona molto saggia, magari non una madreteresa ma sicuramente una sorellateresa e che nelle notti di luna piena, quando la luna sembra voler parlare con gli uomini, grida al cielo con tutto il fiato in gola e tutto il suo fervore: "Io credo dopo, io credo poi!" e si lascia andare a balli tutti capriole e saltelli.



Ars Attack2000